Cosa sappiamo dei lavori che interessano le falesie sulla sinistra Adige?
Sappiamo che non si può scalare nei settori Eldorado, Parete dell’Orso e Prua. Partiamo da questo… e non si potrà per dieci mesi buoni…
Tutto quello che si può sapere è pubblico. È esposto sul luogo del cantiere che in questi giorni sta interessando quella porzione di roccia che, solo per noi arrampicatori, è riconducile al nome “Eldorado”.
Rete Ferroviaria Italiana, la società che si occupa della gestione dell’infrastruttura ferroviaria, è proprietaria del terreno e committente dei lavori di “Mitigazione rischio idrogeologico linea Verona-Brennero”.
La durata dei lavori, iniziati a fine aprile 2022, è stimata in circa 300 giorni per una spesa di 1.500.000 Euro.
Non saranno certo fix e placchette inox. Chi ci lavora, interrogato in merito da un neo “umarell” travestito da ciclista, parla di paramassi da installare alla base della parete ma asserisce convinto che nulla verrà toccato di tutto quello che c’è in parete.
Questo è quanto. Il resto è ciarpame da talk show o, nel migliore dei casi, è tempo da perdere in opinioni costruite sul nulla. Sapere chi o cosa ha innescato questo intervento non sposta di una virgola lo stato delle cose.
I pensieri sono tanti, ma forse riassume bene la situazione uno dei più grandi promotori di Eldorado, quell’Andreino che evidentemente si è fatto grande quando, in risposta alle foto che testimoniano pubblicamente i lavori che rischiano di cancellare ore e ore di impegno, sudore e soddisfazione, chiosa con sereno distacco: vabbè… ce la siamo goduta! Cosa vuoi che ti dica!!
Niente Andrea, non devi aggiungere niente.
Guardando al particolare: Eldorado (monotiri e vie lunghe), Parete dell’Orso e Prua, non rimane che attendere per capire quale sarà la sorte di un discreto “patrimonio verticale” che riunisce in una sola grande parete le svariate possibilità di declinare l’arrampicata, dalla sportivissimo monotiro di “A Kind Of Magic”, alla multi-pitch “Codice Adige” aperta e protetta solo su chiodi.
Guardando al generale, non rimane che attendere la crescita di una nuova consapevolezza, nei climber e nelle istituzioni, che l’arrampicata sportiva esiste. E se la sua nascita è indiscutibilmente legata alla possibilità che si è avuta nel tempo di operare in modo anarchico, ai confini della legalità, sgraffignando pareti a enti o proprietari, oggi, nel 2022, occorre prendere atto che siamo diventati spesso ingombranti e invadenti ma, evidentemente, ancora invisibili.
Anche questa è una delle poche cose che sappiamo dai (e non dei) lavori in corso sulla riva sinistra dell’Adige.
Non abbiamo mai smesso di lavorare, le dita sul trave di casa, la resistenza e il gesto in falesia, il tutto per sfamare il nostro istinto alla soddisfazione (che per noi è “scalare”). È giunto il momento di lavorare in modo organico a una istituzione (una Associazione) che sappia garantire (snaturandolo un po’… bisogna ammetterlo) il nostro accesso alla soddisfazione (scalare).
La cosa bella è che qualcosa si muove… È un attendere inedito, operoso, l’attendere che segue la semina di qualcosa che per nascere richiede tempo…
Il dialogo è iniziato… “non disuniamoci!”
Andrea Tosi